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L’unicità della condivisione, Sii pittore di te stesso

L’unicità della condivisione, Sii pittore di te stesso


Mar 19/02/2019 | Dott. Susanna Messaggio

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La chirurgia estetica e l’arte della pittura si uniscono per raccontare di quelle donne che hanno bisogno di ritrovare loro stesse, di convivere con il passare del tempo, di contrastare i segni che si possono “aggiustare”.


Attraverso l’occhio di un medico estetico, se sensibile ed empatico, il “quadro” risulta più chiaro. Se le nostre forme hanno subito un incidente domestico o stradale o dell’anima, da oggi il must è la “sensibilità”.
La mostra dell’artista Lucia Ferrara dal titolo “Never Perfect” ha avuto molti visitatori, soprattutto tra medici estetici e chirurghi plastici. Perché una mostra è cultura. Perché il titolo “Nessuno è perfetto” ha suscitato curiosità, tra i professionisti che fanno della bellezza il loro lavoro.


Un medico estetico vive nelle forme della bellezza e non può non essere formato anche nella conoscenza della storia dell’arte. Perché è la nostra storia, il nostro gusto, i nostri costumi e le nostre forme. Infatti, i canoni di bellezza cambiano a seconda delle epoche, lo vediamo nei dipinti, i gusti si modificano, ma le linee che danno le proporzioni sono immutabili nel tempo. Il bello è sicuramente il frutto del sentirsi a posto ed in equilibrio. Senza stravolgere le forme. Le opere della Ferrara ritraggono la “virtus”.


Una in particolare fa pensare all’importanza del lavoro del medico estetico. Si tratta del dipinto di una donna, con una corona di siringhe in testa. Un’ opera provocatoria che non lascia indifferenti in un mondo fatto di superficie. Se una corona di siringhe, evoca una regina, una dea, per l’artista è simbolo di un mezzo, attraverso il quale ha superato le sue incertezze. Ha ritrovato la forza di combattere per lei, per tutte le donne che dalla vita sono state offese, tradite, umiliate. Il suo percorso verso la sua autostima, è stato grazie anche alla fiducia data ad un medico estetico, per ritrovare la sua sicurezza. “E’ la mano di un esperto di bellezza, che mi ha accarezzato il volto, per dirmi che la mia bellezza si era nascosta-prosegue l’artista-, che mi ha fatto maturare ; è la mano del medico di cui mi sono fidata. Dove una piccola iniezione è stata il simbolo salvifico di una nuova iniziazione alla vita.” Ritrovare il piacere di prendersi cura di sè. Vuol dire essersi ripresa la propria vita, la consapevolezza, come prevenzione. Grazie anche alle mani di un medico, il suo dolore sta per essere estirpato. Vi sto parlando con questo esempio di una pratica terapeutica denominata terapeutica artistica, che non è l’arte terapia che si propone in chiave psicoanalitica, ma è l’artista stesso esperto del linguaggio dell’arte che procede nel suo percorso e lo condivide. Un linguaggio creativo. Frutto del coraggio, della tenacia, del carattere, di aver superato una violenza e di essersi ripresa attraverso l’arte della maieutica, per cui il tirare fuori un disagio, dando un significato alla vita. Il colore gioca la sua parte. E mostra la gioia della vita anche quando la vita è in salita. Le forme ed i soggetti di un’arte pop, trovano respiro nella sua personalità e il medico estetico la aiuta in questo straordinario percorso.


La Terapeutica artistica è la pratica di un’arte terapeutica, rigenerativa, riabilitativa, è il modo creativo di prendersi cura di sé.


La creatività è un percorso personale che stimola attraverso la semina e la raccolta a far rinascere il “ seme incapsulato” dentro di noi. Perché deve germogliare. Uscire dalla terra e crescere.


Coltivare l’arte è un gesto di libertà


Le prime forme di arte terapia nascono in Gran Bretagna, negli anni 40, inizialmente i metodi utilizzati furono quelli pedagogici, a differenza di quelli francesi segnati dagli studi psichiatrici sull’art des fous. Fu Adrian Hill, il maestro d’arte, che coniò nel 1945 il termine art-therapy. La sua applicazione trova impiego in vari contesti clinici, in gruppi di terapie famigliari, coppie, comunità terapeutiche. A Milano la Terapeutica artistica nasce a Brera nel 2004, convenzionata con la scuola di psichiatria di Pavia, la facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Bicocca di Milano e la Libera Scuola di psicoanalisi di Milano L.I.S.A .


La terapeutica artistica accompagna le persone durante il processo creativo, attraverso un rapporto di scambio. Il riuscire a condividere le emozioni è il primo step. Lo stesso che si chiede ad un medico estetico, quando dipinge con una matita il viso o il corpo per poter agire sulla materia. Fa un disegno che gli indica la strada e il luogo dove esercitare la sua creatività e il cocktail degli ingredienti che inietta per plasmare una forma. Come uno scultore , il medico vede, si muove e porta il suo sapere. Condividere per procedere insieme è lo step che aiuta, verso il risultato desiderato.


La terapeutica artistica appoggia le sue basi sulla fenomenologia del corpo, una disciplina introdotta nei primi del Novecento da Maurice Merleau-Ponty, dove il corpo non può essere diviso dalla testa. Dove l’uomo deve essere visto in modo olistico e si basa sulle azioni che il corpo compie con la sua naturale regia. “Tu sei quello che fai per essere”.


Condividere diventa una risorsa. Un laboratorio dove da ognuno si può imparare.

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