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Cicatrici da acne, il filler può migliorarle

Cicatrici da acne, il filler può migliorarle


Gio 07/05/2020 | Dott. Andrea Spano

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di Johann Rossi Mason e Francesca Frediani


 

Se l’acne è un problema odioso ma curabile, quando è in forma severa può lasciare degli esiti sgraditi. Le cicatrici infatti sono il risultato del processo di guarigione delle lesioni acneiche come papule, pustole e cisti.

Cicatrici: risultato di un tentativo dell’organismo di riparare il tessuto


Le lesioni infiammatorie si possono verificare superficialmente a livello dei pori o in profondità a livello dei follicoli dove si raccolgono sebo, cellule morte e batteri. Le papule e le pustole tendono a gonfiarsi e a rompersi: quando ciò accade in profondità, il materiale infetto si diffonde nel derma danneggiando il tessuto sano circostante.
Nel tentativo di riparare il danno, l’organismo invia fibre di collagene, la proteina che ripara il tessuto ma che può depositarsi in maniera irregolare. Ecco quindi che dove sì era sviluppata la lesione infiammatoria appare una cicatrice, ossia strati sovrapposti di fibre collagene, sollevate rispetto alla superficie circostante. Sono le cicatrici chiamate ‘ipertrofiche’ o ‘cheloidi’. Quando invece sono al di sotto della superficie cutanea vengono chiamate ‘atrofiche’. In entrambi i casi sono antiestetiche e possono creare problemi psicologici o di relazione al paziente.

Filler iniettabili per riempire le cicatrici atrofiche


“L’acne è una malattia che ha bisogno di molte attenzioni per non peggiorare e lasciare esiti. L’obiettivo è prevenire le lesioni e le infiammazioni che non dovrebbero mai essere schiacciate ma fatte guarire con l’uso di adeguati trattamenti indicati dal dermatologo. Maggiore attenzione deve essere prestata a cisti e noduli che si  trovano in profondità e che tendono a formare le cicatrici peggiori” consiglia il Dottor Andrea Spano, Chirurgo Plastico Estetico e Ricostruttivo a Milano che prosegue: “Il trattamento delle cicatrici è lungo e complesso ma oggi è sempre più diffuso l’uso di filler iniettati nelle cicatrici per allineare la cute ai tessuti circostanti ed eliminare le depressioni”.

Risultati a lungo termine


Dopo il trattamento si può avere un lieve gonfiore ed arrossamento nella zona dell’iniezione che si risolve in pochi giorni. La permanenza del risultato dipende dal prodotto utilizzato e dalla risposta individuale. Alcuni pazienti comunque hanno bisogno di ripetere periodicamente il trattamento allo scopo di mantenere il risultato ottenuto. In altri casi i trattamenti innescano un processo progressivo di riparazione che migliorano l’aspetto delle cicatrici in modo permanente.

Viscosità del prodotto e tecnica invettiva fondamentali per personalizzare il risultato


“Il filler viene iniettato con un ago molto sottile quando si voglia ottenere un effetto riempitivo che però deve essere ripetuto periodicamente mentre sì fa sempre più strada una tecnica iniettiva più in profondità capace di indurre una ‘fibrosi’ del tessuto con un effetto più duraturo “ precisa il Dottor Spano. “Per ottenere la fibrosi è necessario che il trattamento sia eseguito da uno specialista esperto. Il filler usato può essere a base di acido ialuronico ad alta o media viscosità  e viene iniettato in più strati, dal più profondo al più superficiale in modo da costruire un’impalcatura volumizzante e nutritiva che contribuisca ad una texture della pelle uniforme”.

Non solo filler


Il processo di correzione deve essere graduale e ben pianificato, meglio se durante la stagione fredda; e può richiedere la combinazione di varie metodiche per ottenere il miglior beneficio estetico possibile.

Una delle più note e diffuse è la micro dermoabrasione, un trattamento che utilizza cristalli di ossido di alluminio per rimuovere le cellule morte e stimolare la formazione di quelle nuove, evoluzione della più antica dermoabrasione meccanica eseguita con una fresa, ormai obsoleta.
Veloce e non invasiva, la micro dermoabrasione è consigliata per le cicatrici piccole e superficiali e richiede più sedute per mostrare risultati significativi.

Raggio  laser


Se le cicatrici sono più profonde ed evidenti, la procedura più consigliata è il laser resurfacing frazionale ablativo eseguito con laser all’anidride carbonica (CO2) che  asporta lo strato cutaneo superficiale e stimola, nelle sedute successive, la produzione di collagene che dalle profondità della pelle emerge a riempire le depressioni cicatriziali, migliorando la “texture” della pelle.
Per gli esiti di acne più piccoli é diffuso anche il laser con l’erbium, più delicato.

Per diversi anni, i segni dell’acne sono stati affrontati con i peeling chimici profondi, dall’acido glicolico al tricloroacetico, al fenolo. La nuova frontiera, adesso, è rappresentata dal micro peeling, una lozione con acido glicolico e acido salicilico a bassa concentrazione da frizionare sulle zone del viso interessate.

Se le cicatrici sono più profonde, si può optare per il micropeeling combinato con l’acido retinoico, da riservare solamente alle mani esperte del medico a causa dell’aggressività del trattamento che deve quindi essere correttamente calibrato.

Data la complessità del problema cicatrici la scelta del trattamento deve essere pianificata con lo specialista che spesso sceglierà un approccio combinato da più tecniche al fine di ottenere il risultato più soddisfacente ed esteticamente gradevole. Va detto anche che questo tipo di terapia può prevedere diverse sedute e alcuni mesi prima di apprezzarne pienamente i risultati, ragion per cui è necessario un alto livello di motivazione del paziente a seguire le cure.

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