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Mastoplastica additiva: a quali protesi affidarsi?

Mastoplastica additiva: a quali protesi affidarsi?


Mar 08/03/2016 | Dott. Federico Greco

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La mastoplastica additiva è un intervento estetico ampiamente diffuso e tra i più praticati dagli specialisti in chirurgia plastica ed estetica di tutto il mondo. La letteratura scientifica presenta ormai un ampio numero di studi in materia di mastoplastica additiva che evidenziano come tale intervento sia ormai standardizzato e sia dal punto di vista delle tecniche chirurgiche che dalla tipologia di protesi mammarie impiegate.


I risultati della mastoplastica additiva sono quasi sempre positivi, ma come per qualunque intervento chirurgico anche la mastoplastica additiva presenta specifiche complicanze, dovute principalmente alla eccessiva formazione di tessuto fibroso intorno alle protesi mammarie impiantate.


Nella maggior parte dei casi di mastoplastica additiva, spiega il Dott. Greco, il tessuto fibroso che si forma intorno alle protesi mammarie è molto sottile, dello spessore di un collant, e non crea particolari problemi alla paziente.


In alcuni casi, però può presentarsi la complicanza della capsula periprotesica, caratterizzata da una reazione che l'organismo attua nei confronti di un corpo esterno, rappresentato, nel caso della mastoplastica additiva, dalle protesi mammarie. L’organismo produce in sostanza una quantità considerevole di tessuto fibroso che avvolge le protesi mammarie e che tende a indurirsi compromettendo il risultato estetico della mastoplastica additiva e provocando alla paziente dolore e fastidio.


Le alterazioni che la capsula periprotesica può determinare sono di diversa natura: 


- alterazioni della forma delle protesi mammarie


- alterazioni del volume delle protesi mammarie


- alterazioni della superficie delle protesi mammarie


 


Per evitare di incorrere in tali alterazioni, controproducenti per un risultato ottimale della mastoplastica additiva, è di fondamentale importanza selezionare accuratamente la tipologia di protesi mammarie da impiantare.


Per contrastare la rotazione delle protesi mammarie, spiega il Dott. Greco, è importante utilizzare prodotti di alta qualità caratterizzati da un rivestimento in poliuretano, un materiale che garantisce una migliore aderenza ai tessuti impedendo il movimento delle protesi. La scelta delle protesi mammarie in poliuretano nella mastoplastica additiva consente anche di contrastare il rischio di contrazione capsulare che potrebbe vanificare il risultato estetico dell’intervento. Per quanto concerne le caratteristiche delle protesi mammarie, prosegue il Dott. Greco, una buona opzione è quella di adottare protesi relativamente dure che riducono il rischio di alterazioni della forma.


Prima della mastoplastica additiva, precisa il Dott. Greco, è necessario valutare la forma e la dimensione delle protesi mammarie più adatte alla paziente. Le protesi mammarie anatomiche o a goccia, meno piene nella parte superiore e più piene nella parte inferiore consentono di ottenere un risultato molto naturale, mentre quelle tonde donano al seno una forma più piena e, in caso di complicanze legate alla rotazione delle protesi mammarie, non alterano in maniera sostanziale il risultato estetico della mastoplastica additiva.


Infine, conclude il Dott. Greco, è importante informare la paziente in maniera accurata e puntuale esponendole, in sede di visita preventiva, tutte le diverse opzioni di intervento possibili accompagnate dai relativi rischi e benefici. Un buon intervento di mastoplastica additiva non può, infatti, prescindere dall’ascolto dei desideri della paziente e dalla valutazione delle sue aspettative alla luce dell’esperienza e della professionalità del chirurgo plastico.




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Greco Federico

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

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