Accesso
Dottori
Medicina Estetica: quando e perché due metodiche combinate insieme sono meglio di una

Medicina Estetica: quando e perché due metodiche combinate insieme sono meglio di una


Mar 21/05/2019 | Dott. Guido Maronati

Condividi su Facebook Condividi su Twitter

D/ Dottor Maronati, che cos’è la Medicina Estetica?
R/ “Medicina Estetica” è il termine che definisce l’insieme di procedure non chirurgiche che trattano le piccole e grandi condizioni superficiali legate all’invecchiamento e le imperfezioni cutanee congenite o acquisite del viso e del corpo. Laser di vario tipo, luci pulsate, peeling chimici, molecole iniettabili, fili tensori e innesti di grasso, tra gli altri, rientrano di diritto tra gli strumenti con cui oggi è possibile intervenire a medio-lungo termine, e con successo, su molti tipi di discromie cutanee, piccoli accumuli di grasso, rughe e cedimenti, ma anche di liberare i pazienti dai tatuaggi, dai peli superflui e da alcune lesioni vascolari.

D/ Qual è il rapporto tra Chirurgia Estetica e Medicina Estetica?
R/ Nata come una sorta di “sorella povera” della Chirurgia Estetica, la Medicina Estetica si è andata imponendo negli anni come una disciplina a sé che sta conoscendo una crescita interessante. Gradita ai pazienti, spesso efficace quanto un atto chirurgico ma molto meno traumatica, la Medicina Estetica dispone oggi di una varietà importante di prodotti e strumenti per trattare e correggere gli inestetismi più diffusi di donne e uomini sempre più attenti al proprio aspetto e sempre meno disponibili ad accettare i costi e le implicazioni di un intervento.


D/ Che cosa sono e a che cosa servono i fili tensori, o fili di trazione?
R/ Ci sono molti modi per combattere le varie forme di invecchiamento cutaneo: mesoterapia, PRP, peeling, biorivitalizzazione e iniettabili di varia natura, ma nessuno di questi è in grado di contrastare uno degli elementi più incisivi nell’invecchiamento percepito del viso: il rilassamento (ptosi) dei tessuti molli. I fili di trazione intervengono a colmare il gap tra questi trattamenti e la chirurgia collocandosi esattamente dove la loro efficacia è massima: tra il momento in cui gli altri rimedi smettono di funzionare e quello in cui non si desidera, o non si desidera ancora, una soluzione invasiva.


L'impiego dei fili tensori in Medicina Estetica, ma anche in Dermatologia, Chirurgia Estetica e Chirurgia Maxillofaciale consente di rinforzarerimodellareriposizionare e risollevare i tessuti del viso e del corpo, correggere imperfezioni e asimmetrie anche patologiche, e ringiovanire la pelle.


D/ I fili tensori sono tutti uguali?
R/ Assolutamente no. Come abbiamo detto, il rilassamento della pelle, la comparsa delle rughe e la deformazione dell’ovale del viso dovuti alla ptosi dei tessuti molli sono segni importanti dell’invecchiamento. I fili di trazione offrono una risposta efficace e sicura a tutti questi problemi con una serie di metodiche uniche di rimodellamento grazie alle quali è possibile ritrovare un aspetto fresco e giovanile correggendo le imperfezioni e attenuando, e perfino prevenendo almeno in parte, gli inestetismi legati all’aging cutaneo. Nella mia pratica utilizzo due tipi di fili, che hanno indicazioni molto precise:



  • fili riassorbibili in caprolattone e acido polilattico per la correzione delicata ma decisiva delle rughe sottili, delle pieghe e del rilassamento cutaneo da lieve a moderato

  • fili non riassorbibili in polipropilene per la correzione dell’aging cutaneo con risultati a lungo termine.


La scelta della metodica e del tipo di filo varia in funzione dell’età del paziente e della severità dell’inestetismo, e come regola generale questa metodica consente di personalizzare al massimo il trattamento sulla base delle caratteristiche anatomiche individuali: struttura delle pelle, posizione dei muscoli, e così via.


I fili tensori riassorbibili offrono il vantaggio aggiuntivo unico della rigenerazione prolungata, assicurata dalla presenza dell’acido polilattico che attiva la produzione di collagene e stimola i processi metabolici della pelle. In altre parole, il ringiovanimento si produce anche a livello cellulare: simultaneamente all’effetto-lifting si osserveranno anche una maggiore compattezza e un miglioramento del tono e del colore della pelle. Questi effetti diventeranno più visibili nel tempo perché la lenta degradazione dell’acido polilattico copre l’intero arco di vita del filo, fino al suo completo riassorbimento.

D/ I fili tensori sono adatti a tutti?
R/ Dipende. Il paziente ideale ha un’età compresa tra i 35 e i 45 anni, e una lassità cutanea da lieve a moderata. Ciò non toglie che si possano ottenere risultati importanti anche su pazienti più in là negli anni, per esempio associando tra loro fili di vario tipo e completando il trattamento con altre metodiche di Medicina Estetica.

D/ A quali altre metodiche si riferisce?
R/ I fili tensori possono essere associati ad altre tecniche minimamente invasive come per esempio i filler - nello specifico mi riferisco all’acido ialuronico, capace di produrre un’idratazione profonda e duratura che completa meravigliosamente l’effetto-lifting ottenuto dai fili. Ma anche al lipofilling, una procedura ormai ambulatoriale che impiega il grasso del paziente stesso per ripristinare tono e turgore dove l’età ha svuotato i tessuti. O ancora alla terapia rigenerativa, l’evoluzione logica del lipofilling, che si avvale delle cellule staminali presenti nel grasso del paziente per produrre un ringiovanimento cutaneo naturale e durevole.

D/ In quali casi, per usare le sue parole, due trattamenti sono meglio di uno?
R/ Tutte le volte che si desidera ottenere un risultato armonioso correggendo simultaneamente più di un inestetismo importante. Nel caso dei fili associati alla terapia rigenerativa, per esempio, ciò che si otterrà dalla sinergia dei due trattamenti è un effetto tensore che riposiziona i tessuti rilassati e allo stesso tempo la compensazione delle piccole perdite di volume, con il ripristino di un aspetto complessivo del viso coerente e completamente migliorato senza stravolgere i lineamenti.

D/ Che cos’è la Terapia Rigenerativa?
R/ In medicina, si definisce “rigenerativo” tutto ciò che ha che vedere con l’impiego delle cellule staminali. Nello specifico, la Medicina Rigenerativa è la branca della Medicina che si occupa delle metodiche per far ricrescere, riparare o sostituire le cellule, i tessuti o gli organi malati e comprende la generazione e l’impiego di cellule staminali terapeutiche. Nel campo della Medicina Estetica gli obiettivi sono molto più contenuti e non hanno finalità terapeutiche, ma non per questo i risultati sono meno importanti: la disponibilità e la facilità di prelievo delle cellule adipose (adipociti) ricchissime di cellule staminali, e la loro capacità di produrre risultati estetici di rilievo, ha trasformato il grasso delle liposuzioni da materiale di scarto al nuovo “oro giallo” della bellezza.

D/ In cosa consiste il trattamento?
R/ La finalità estetica della terapia rigenerativa è la rigenerazione profonda dei tessuti e la creazione di volume grazie alle proprietà uniche delle cellule staminali e della frazione vasculo-stromale del grasso. In altre parole, utilizziamo il grasso invece di una molecola come l’acido ialuronico o il collagene eterologo. Parliamo di un ringiovanimento cutaneo a tutto tondo, assolutamente naturale perché utilizza i tessuti del paziente, e sicuro,grazie all’impiego di kit sterili monouso. L’associazione della terapia rigenerativa e dei fili tensori consente di agire in una volta sola sui tre segni più importanti dell’invecchiamento cutaneo: il rilassamento, la perdita di volume, e il decadimento di qualità della pelle (linee, rughe, solchi).

Il trattamento è ambulatoriale, indolore, e si sviluppa in tre fasi successive: 1) prelievo di modeste quantità di grasso – in genere da zone che presentano piccoli accumuli localizzati quali per esempio l’addome, 2) concentrazione dei fattori rigenerativi, 3) innesto. Il grasso impiantato induce nell’organismo una cascata di processi riparativi assolutamente fisiologici che conferiscono alla pelle una compattezza, una lucentezza e un tono che a oggi non sono ottenibili con nessun’altra metodica.

Dimensione e qualità del grasso impiantato assicurano non solo la sopravvivenza del massimo numero di cellule vitali - che si traduce nel massimo effetto rigenerativo, ma anche la possibilità di innesto a un livello molto superficiale - che si traduce nella minimizzazione del trauma. Vale la pena fare un’ultima riflessione, e cioè che le indicazioni della terapia rigenerativa sono molto ampie perché il numero delle staminali del grasso disponibili è indipendente dall’età del paziente.

Vuoi avere maggiori informazioni?
CONTATTA IL MEDICO

Maronati Guido

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

Milano (MI)


Articoli correlati

Accesso contenuti completi

x