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La rivoluzione del lifting non chirurgico: gli Ultrasuoni microfocalizzati

La rivoluzione del lifting non chirurgico: gli Ultrasuoni microfocalizzati


Gio 02/02/2017 | Dott. Elena Fasola

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Tra i trattamenti di recente introduzione in campo medico estetico, gli ultrasuoni microfocalizzati rappresentano una delle innovazioni più significative e promettenti per lo sviluppo di tecniche sempre più efficaci e meno invasive per i pazienti.


Da alcuni anni, infatti, l’impiego degli ultrasuoni microfocalizzati è sempre più richiesto per combattere gli inestetismi causati dal rilassamento cutaneo senza dover ricorrere al bisturi, assicurando ai pazienti più elevati standard di sicurezza.


La dottoressa Elena Fasola, specialista in Microchirurgia ed esperta in Medicina Estetica e Laserterapia, ha svolto un’approfondita ricerca su questa nuova tecnologia per il ringiovanimento naturale del volto mettendo in luce le evidenze scientifiche che hanno portato la FDA, il severo Ente di controllo americano in ambito alimentare e farmaceutico a certificare gli ultrasuoni micro focalizzati, ad alta intensità e dotati di sonda ecografica, come primo “lifting non chirurgico” per viso, collo e décolleté.


Le cause del rilassamento cutaneo e l’azione di lifting non chirurgico degli ultrasuoni microfocalizzati


Ciò che fa perdere tono alla pelle, come afferma la Dott.ssa Fasola, portando molte pazienti a far ricorso al lifting, è l’impoverimento del collagene dovuto ai processi fisiologici dell’invecchiamento. In particolare nel periodo compreso tra i 45 e i 55 anni, definito anche età perimenopausale, anche la riduzione degli estrogeni peggiora la qualità della cute.


Il collagene, la cui stimolazione è l’obiettivo del lifting non chirurgico con ultrasuoni microfocalizzati, è quella proteina che sostiene la cute come fosse l’impalcatura di una struttura architettonica, e il fatto che non venga rigenerato con la stessa prontezza di prima fa in modo che la cute sia meno tonica visibilmente.


Il tightening determinato dagli ultrasuoni microfocalizzati ha la capacità e la finalità di stimolare in maniera non invasiva la produzione di fibre collagene. Il meccanismo di azione è quello di generare precisi punti di coagulazione termica e indurre la riparazione dei legami strutturali proteici indeboliti dall’invecchiamento, riducendo la lassità cutanea in modo visibile e donando alla cute un aspetto più tonico e fresco.


La dottoressa Fasola sottolinea l’importanza di un accurato consulto medico preventivo per valutare la severità della lassità cutanea e decidere la migliore opzione di trattamento per il paziente senza escludere il ricorso, nei casi più gravi, all’intervento chirurgico. 


Come si svolge la seduta di lifting non chirurgico con ultrasuoni microfocalizzati


Come illustrato dalla dottoressa Fasola, il trattamento con ultrasuoni microfocalizzati si svolge in una sola seduta. Inizialmente il medico traccia una mappatura sul volto, sul collo o sul décolleté della paziente con matita dermografica identificando le aree da trattare.


Per garantire la sicurezza e l’efficacia di questa procedura è necessario che tutta la procedura si svolga sotto stretto controllo ecografico, permettendo cosi al medico di poter indirizzare con precisione chirurgica gli ultrasuoni microfocalizzati a diverse profondità, limitando i rischi per i pazienti.


“L’enorme vantaggio rappresentato dal trattamento con ultrasuoni microfocalizzati”, chiarisce la dottoressa Fasola, “è la possibilità di agire non solo sulla parte superficiale del derma, ma di arrivare più in profondità fino allo SMAS, il Sistema Muscolare Aponeurotico Superficiale, determinando un maggiore effetto di trazione a partire dalla struttura fasciale più profonda”.


Questa forma di lifting non chirurgico, in altri termini, è generata dalla produzione di calore che stimola la rigenerazione di collagene facendo contrarre le fibre sin dalla fine del trattamento, e continuando a stimolare la produzione di collagene nativo nell’arco dei mesi successivi.


Per questo gli ultrasuoni microfocalizzati ad alta intensità rientrano nell’ambito della medicina rigenerativa in cui i risultati naturali sono sempre determinati dalla risposta biologica del paziente.


I risultati visibili del primo lifting non chirurgico con sonda ecografica approvato FDA


I primi risultati del lifting non chirurgico con ultrasuoni microfocalizzati ad alta intensità iniziano a manifestarsi dai due mesi successivi alla data in cui ci si è sottoposti al trattamento e migliorano progressivamente fino a ridefinire in modo stabile e duraturo il profilo e i tratti del paziente.


La seduta, come spiega la dottoressa Fasola, è unica, ha una durata che può variare dai 30 ai 90 minuti in funzione delle aree interessate e non presenta controindicazioni particolari.


Un elemento di grande innovazione per questa forma di tightening, a differenza del passato, è quello di azzerare i tempi di recupero e di non comportare fastidi particolari per i pazienti che nel post trattamento avvertiranno una sensazione diffusa di tensione nella zona trattata.


La paziente ideale per il lifting non chirurgico con ultrasuoni micro focalizzati


Il trattamento con ultrasuoni microfocalizzati ha il pregio, secondo la dottoressa Fasola, di consentire a un numero sempre più elevato di pazienti di poter risolvere le problematiche di rilassamento cutaneo, superando i timori legati alla traumaticità di un intervento e fornendo una valida opzione al lifting chirurgico.


Ovviamente non è possibile far ricorso in tutti i casi di rilassamento cutaneo agli ultrasuoni microfocalizzati: il paziente ideale è rappresentato da chi inizia a presentare segni di cedimento nel terzo inferiore del volto e non presenta quelle caratteristiche tali da ricorrere al bisturi.


Gli ultrasuoni microfocalizzati ad alta intensità, conclude la dottoressa Fasola, rappresentano una valida opzione di trattamento per i pazienti con età media tra i 40 e i 55 anni che hanno mantenuto un buono spessore cutaneo e un buon sottocute.


 


 

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