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Gli antiestetici  capillari degli arti inferiori

Gli antiestetici capillari degli arti inferiori


Lun 01/06/2015 | Dott. Gino Luca Pagni

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La quasi totalità delle persone lamenta la presenza di teleangectasie, cioè di capillari e di venule, a livello di cosce e gambe; si vedono in quantità più o meno evidenti in tutte le persone sia maschi che femmine e in misura maggiore dopo una certa età anche se non è infrequente osservare teleangectasie anche in giovani ragazze; i capillari tendono ad aumentare, con il trascorrere del tempo e aumentano di numero e di diametro .


La presenza delle teleangectasie dipende da vari fattorie può essere dovuta al nostro genoma ed alla nostra conformazione anatomica per presenza di deficit valvolari del circolo venoso profondo con aumento della stasi venosa anche in sede più superficiale; aumentano solitamente dopo le gravidanze, in presenza di sovrappeso ed in tutte le situazioni che favoriscano la stasi ed ostacolino la circolazione venosa e linfatica a livello delle gambe .


Le ectasie venose di maggiore diametro quali le varici vengono solitamente trattate dal flebologo o dal chirurgo vascolare, mentre i capillari e le venule vengono trattate dal medico estetico.


Durante la visita medica per presenza di capillari è utile capire la situazione clinica personale e familiare e valutare se far eseguire un esame doppler venoso per valutare la presenza di reflussi a livello del circolo profondo; in base al risultato ed alla situazione locale si adotterà  la terapia più adatta cercando di avere il risultato migliore possibile. I capillari che si trattano sono quelli rossi o fucsia visibili sulla pelle e che difficilmente si riescono a mascherare anche indossando le calze e che spesso condizionano il modo di vestire.


La terapia dei capillari ha due obbiettivi: il primo è quello di agire sui fattori favorenti la circolazione venosa e ridurre la stasi; questo obbiettivo può essere conseguito indossando calze elastiche preferibilmente a compressione graduata e cercando di fare delle lunghe passeggiate; il secondo obbiettivo è l’eliminazione del capillare stesso e a ciò si arriva con farmaco sclerosante iniettato direttamente nel capillare oppure con la fotocoagulazione laser assistita transcutanea del capillare stesso.


Il farmaco sclerosante che viene iniettato agisce sulla parete del capillare e per un processo chimico ne favorisce il riassorbimento da parte dall’organismo. La terapia è poco fastidiosa, e a seconda dei casi può rivelarsi utile indossare calze compressive per alcuni giorni dopo essere stati sottoposti al trattamento.


La fotocoagulazione con il laser consiste invece nell’utilizzare un laser apposito per strutture vascolari la cui luce, che viene generata da un mezzo chiamato Nd-YAG , fuoriesce da un apposito manipolo che viene appoggiato dal medico sulla cute in corrispondenza del capillare stesso e che, agendo dall’esterno senza necessità di fare iniezioni, in virtù delle sue caratteristiche fisiche interagisce con un bersaglio specifico che è il pigmento di emoglobina normalmente presente all’interno del capillare; quando la luce del laser e questo bersaglio si incontrano si produce un calore che promuove la chiusura del lume del capillare; dopo il trattamento laser è fortemente consigliabile applicare una emulsione o crema protettiva in corrispondenza della cute trattata che sia specificatamente lenitiva per un post- laser per attenuare la sensazione anche se lieve di bruciore e l’eritema associato che ne conseguono.


Quante sedute occorrono per avere un buon risultato con l’utilizzo di un laser vascolare?
Il numero delle sedute varia in funzione della quantità di capillari presenti e delle loro dimensioni: talvolta 2 sedute sono sufficienti, in certi casi possono servirne anche 5 o più; queste sedute vengono eseguite ogni 4 settimane anche se questi intervalli di tempo possono essere più lunghi. Quando decidiamo di sottoporci a questi trattamenti è bene sapere che bisogna proteggere la pelle dalle esposizioni solari indossando una crema protettiva soprattutto se eseguite nella bella stagione.


La seduta laser non è doloroso ma soltanto un pochino fastidiosa. Nella mia esperienza spesso mi avvalgo di entrambe le tecniche, cioè sia la scleroterapia che il trattamento con il laser e ciò soprattutto se tratto persone con ectasie venose di un certo livello. Di solito il paziente preferisce essere sottoposto al trattamento con il laser poiché tende ad evitare le iniezioni che implicano naturalmente l’utilizzo di un ago: quasi tutti, potendo, scelgono la procedura psicologicamente più gradevole. Se il paziente ha le giuste indicazioni otterrà dei buoni risultati ma deve sapere che il nostro organismo tenderà con il tempo a formare capillari nuovi per cui può darsi che debba tornare a sottoporsi ad una o due sedute di laser per mantenere il risultato conseguito.




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Autore

Medicina estetica

Altopascio (LU)

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